La demagogia fa solo danni: chi li ripaga?

di Massimo Ghenzer*

In Italia circolano più di 10 milioni di vetture vecchie, poco sicure e inquinanti. I listini attuali cominciano a offrire prodotti elettrificati ibridi in una certa varietà e anche modelli alla portata delle classi meno abbienti. Ci sono poi le vetture a gas, metano o GPL, che riducono le emissioni e sono economiche per fare il pieno. Quindi, i veicoli elettrici (BEV) che, per ora, sono pochi e non per tutte le tasche. In questo quadro, se si vogliono incentivare i consumatori, bisogna indirizzarli verso ciò che il mercato offre, piuttosto che punirli con cervellotiche decisioni totalmente sbagliate da un punto di vista tecnico e pratico. Ovvero, se si vogliono spendere soldi pubblici, in maniera utile e produttiva, bisogna incentivare il rinnovo del parco circolante.

Tutto logico. Invece, gli amministratori locali, con in testa Virginia Raggi, a Roma, decidono da anni di migliorare l’aria con i divieti. Malgrado i risultati negativi di queste azioni demagogiche e punitive, si prosegue su questa strada provocando gravi danni economici. La Raggi, a Roma, ha bloccato i Diesel Euro 6 e ha continuato a far circolare le vecchie auto a benzina. Situazione grottesca, al limite dell’assurdo e contraria a tutti i severi processi di omologazione europei post Dieselgate. Ognuno, non solo gli esperti, sa che le emissioni dei Diesel moderni sono più pulite dei motori a benzina. Com’è possibile ignorare questo semplice e chiaro dato tecnico?
I consumatori sono nel caos, la domanda è diminuita notevolmente e il valore dei Diesel usati è crollato, rendendo ancora più difficile, per il cliente medio, l’acquisto di una vettura nuova dando indietro quella a gasolio di seconda mano. Il danno sembra irreversibile: i consumatori che fino a poco tempo fa erano indotti a comprare Diesel, si trovano ora a possedere un bene notevolmente svalutato, se non invendibile. Assurdo, perché il vantaggio tecnico ed economico di una vettura Diesel, per le lunghe percorrenze rimane tutto e intatto, e i consumatori lo sanno.

Aiutiamo la gente comune a cambiare l’automobile, invece di punirla. Il Pil del nostro Paese non è ancora tornato al livello pre crisi 2008, e allora perché mortificare i consumatori e gli operatori di un settore strategico come quello dell’automobile?.

*Presidente di Areté-Methodos

(da Fuorigiri-il magazine online dell'automotive)

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