Automotive in Italia: divisioni e contrarietà nocive

di Mino Giachino,  leader dell’Associazione Si Tav Si Lavoro

Bene il Governo, ma occorre di più. Non mi stupisco delle divisioni e della contrarietà di qualcuno, altrimenti nella Legge di Bilancio sarebbero stati stanziati dei fondi. Il ministro dell’Economia, che stimo molto da quando ero al Governo, si chieda perché ogni Paese produttore di auto difende il settore e si chieda perché la Francia addirittura è azionista dei produttori.
 
Certo non bastano gli incentivi per acquistare mezzi elettrici, ma anche quelli più recenti a benzina e Diesel. Il Paese ha bisogno di una politica industriale del settore che lo accompagni alla grande transizione tecnologica ed ecologica dove oggi non esistono ancora risposte univoche.
 
Alle aziende dell’indotto che rischiano di più nella transizione all’elettrico non servono temporary manager. In questa situazione, il Parlamento se vuole contare e non limitarsi a votare un Decreto, promuova un Tavolo nazionale cui partecipino i parlamentari delle otto Regioni dove vi sono stabilimenti Stellantis e delle grandi aziende dell’indotto.
 
Un tavolo siffatto credo potrebbe dire la sua a difesa di un settore che ha dato molto e che può dare ancora tanto all'economia e al lavoro italiano.
(da Fuorigiri-il magazine online dell'automotive)

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